Nel corso di una conferenza di due giorni che si terrà a Bruxelles oggi e domani sui diritti dei minori, l’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) ha presentato – assieme a un rapporto comparativo sui diritti dei minori in Europa – un’indagine sulla situazione attuale dei minori non accompagnati richiedenti asilo. L’inchiesta è stata condotta sul campo con interviste a 336 minori provenienti per lo più da Afghanistan (22%), Marocco (10%), Somalia (10%) e Iraq (9%), oltre a 302 adulti che lavorano con questi minori o ne sono responsabili. Il quadro che ne emerge mette in luce le mancanze che l’Europa still has not closed in observance of the rights of these children as enshrined in international treaties, which have as their basis "the best interests of the child."
First, in some cases is that children are housed in buildings which are in contact with adults who do not have responsibility over them, a situation must be avoided according to experts and social workers interviewed. The facilities are ideal for their small and near cities, where the degree of independent living varies depending on the age of the child. However, children are said to be generally satisfied with the work done by carers, very much appreciate the commitment with which they do their best for them. Less rosy instead their relationship with health services and the asylum procedure.
In the first case, some children have complained about the fact that they had not received enough attention when they were ill, and others were denied to see a specialist. It also requires greater attention to the psychological aspects are often underestimated. The whole experience of asylum-seeker may in fact be very traumatic, especially if it ends with an application being rejected, the fact that children are often seen as a personal failure.
Moreover, many aspects of the process remain obscure, and various information is rarely communicated in an understandable way for a minor. In addition, the interview is often conducted with atteggiamento intimidatorio, più simile a un interrogatorio che a un colloquio per accertare in fatti, e con interpreti che i minori sentono, se non ostili, poco affidabili e qualificati. L’intervista viene spesso condotta (secondo la percezione dei minori) partendo dal presupposto che il richiedente asilo sia un bugiardo: questo è per loro un grande peso, riflesso anche nel corso delle visite per stabilire la loro età. A questo proposito, gli operatori segnalano che non essendoci standard europei in materia, questa procedura è spesso inaffidabile in quanto a rischio di interpretazioni soggettive. Viene inoltre lamentata dai minori poca attenzione per i loro bisogni spirituali e per il rispetto dei loro valori religiosi in aspetti quali la cucina, la salute (come bambine visitate da medici maschi) o l’educazione.
In generale, i minori sono consapevoli del valore dell’educazione e vorrebbero poter frequentare le scuole ‘normali’ il prima possibile. Per questo considerano di grande importanza l’apprendimento rapido della lingua del paese ospitante, di modo da potersi sentire come parte della loro nuova comunità. Molti minori cercano di integrarsi con loro pari del paese ospitante, nonostante gli episodi di razzismo siano frequenti nella loro esperienza.
Per quanto riguarda il sostegno legale, molti dei minori e degli adulti intervistati non erano a conoscenza delle possibilità di avere un tutore legale e del suo ruolo, e di come ottenere ad esempio il ricongiungimento famigliare. Un’incertezza che pesa anche sul loro avvenire, visto che molto spesso non è loro chiaro cosa avverrà una volta che compiranno il 18 anno di età, e in quanto maggiorenni, privati di gran parte dell’assistenza ricevuta fino ad allora.
(Fonte Redattore Sociale )
First, in some cases is that children are housed in buildings which are in contact with adults who do not have responsibility over them, a situation must be avoided according to experts and social workers interviewed. The facilities are ideal for their small and near cities, where the degree of independent living varies depending on the age of the child. However, children are said to be generally satisfied with the work done by carers, very much appreciate the commitment with which they do their best for them. Less rosy instead their relationship with health services and the asylum procedure.
In the first case, some children have complained about the fact that they had not received enough attention when they were ill, and others were denied to see a specialist. It also requires greater attention to the psychological aspects are often underestimated. The whole experience of asylum-seeker may in fact be very traumatic, especially if it ends with an application being rejected, the fact that children are often seen as a personal failure.
Moreover, many aspects of the process remain obscure, and various information is rarely communicated in an understandable way for a minor. In addition, the interview is often conducted with atteggiamento intimidatorio, più simile a un interrogatorio che a un colloquio per accertare in fatti, e con interpreti che i minori sentono, se non ostili, poco affidabili e qualificati. L’intervista viene spesso condotta (secondo la percezione dei minori) partendo dal presupposto che il richiedente asilo sia un bugiardo: questo è per loro un grande peso, riflesso anche nel corso delle visite per stabilire la loro età. A questo proposito, gli operatori segnalano che non essendoci standard europei in materia, questa procedura è spesso inaffidabile in quanto a rischio di interpretazioni soggettive. Viene inoltre lamentata dai minori poca attenzione per i loro bisogni spirituali e per il rispetto dei loro valori religiosi in aspetti quali la cucina, la salute (come bambine visitate da medici maschi) o l’educazione.
In generale, i minori sono consapevoli del valore dell’educazione e vorrebbero poter frequentare le scuole ‘normali’ il prima possibile. Per questo considerano di grande importanza l’apprendimento rapido della lingua del paese ospitante, di modo da potersi sentire come parte della loro nuova comunità. Molti minori cercano di integrarsi con loro pari del paese ospitante, nonostante gli episodi di razzismo siano frequenti nella loro esperienza.
Per quanto riguarda il sostegno legale, molti dei minori e degli adulti intervistati non erano a conoscenza delle possibilità di avere un tutore legale e del suo ruolo, e di come ottenere ad esempio il ricongiungimento famigliare. Un’incertezza che pesa anche sul loro avvenire, visto che molto spesso non è loro chiaro cosa avverrà una volta che compiranno il 18 anno di età, e in quanto maggiorenni, privati di gran parte dell’assistenza ricevuta fino ad allora.
(Fonte Redattore Sociale )
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